Descrizione di una seduta di ipnosi per l’integrazione cuore-mente-pancia

L’accesso alla mente creativa e intuitiva in stato di trance

Riporto di seguito la descrizione sintetica di una seduta di terapia con l’ipnosi con una paziente adulta, la cui storia affettiva è caratterizzata da importanti carenze da parte delle figure genitoriali e dalla presenza di vissuti traumatici.

La paziente lamenta la sua difficoltà a gestire reazioni emotive che sente eccessive e la portano ad avere continue e accese discussioni che, pur lasciandola del tutto insoddisfatta, non riesce ad evitare.

All’inizio della seduta riferisce di provare rabbia per la mancanza di un vero amore nella sua vita, la rabbia è rivolta anche verso di sé, perché ora si rende conto che nei rapporti con i suoi ex partner non ha saputo dare ma si è sempre aspettata tanto da loro, sente di aver sprecato la vita e che la colpa sia sua.

Chiedo di focalizzarsi sulla sensazione della rabbia e riferire come sia percepita, la paziente la descrive come un vuoto dentro di sé.

La accompagno verso una leggera trance, le chiedo di entrare in contatto con il vuoto che percepisce e di descriverlo.

Riferisce un vuoto nel cuore, come se il cuore fosse dentro un recipiente vuoto, poi aggiunge: “Forse la pancia ha messo il cuore nel recipiente per proteggersi, così al cuore non arrivano le emozioni, le ferite, le delusioni, gli uomini sbagliati, la mancanza di amore. Il cuore vorrebbe occupare tutto lo spazio ma la pancia ha paura, paura che prenda troppo spazio e che si avvicini troppo”.

Chiedo quale sia il problema se pancia e cuore sono troppo vicini, risponde: “Il problema è che nella pancia ci sono le emozioni! La pancia vorrebbe tanto dare spazio al cuore ma ha paura”.

Propongo di provare a mettere in comunicazione pancia e cuore, riferisce che il cuore, rivolto alla pancia, dice: “Stai tranquilla, in ogni caso non soffrirai, sarà solo un bene se noi andremo d’accordo”.

Chiedo cos’abbia sofferto la pancia e risponde: “Le emozioni incontrollate e incontrollabili, tanto tempo fa”.

Intervengo per dire che nel controllare le emozioni può entrare in gioco il cervello, suggerisco di convocare il cervello e chiedere il suo aiuto, lei si rivolge a lui, dicendo: “Mi devi aiutare a controllare le emozioni incontrollabili e incanalarle per lasciarle andare in modo più consapevole, convertirle in emozioni positive. Esprimerle senza avere paura”.

Il cervello risponde dicendo di essere d’accordo ma di poter riuscire fino ad un certo punto: “Posso aiutare a controllare e convertire le emozioni ma tu devi apprezzarle le emozioni!”. La paziente specifica che la pancia pensa che provare emozioni sia un segno di debolezza e insicurezza.

Intervengo per suggerire di cercare un compromesso tra le parti, a quel punto la pancia afferma: “Mi impegno ad accettare le emozioni ma ti chiedo di aiutarmi a gestirle! Poi queste emozioni che imparo ad accettare e gestire posso trasferirle al cuore per riempire tutti quei vuoti”.

La paziente ribadisce che i vuoti sono la mancanza di contatto con le emozioni: “Non faccio passare le emozioni al cuore”.

Il compromesso viene accettato da tutte le tre parti, a questo punto il cuore è contento, vuole sentire le emozioni, vuole espandersi, riempire i vuoti.

Suggerisco di unire cuore-mente-cervello per stabilire un collegamento tra tutti.

Successivamente chiedo di chiamare in causa anche la parte di sé arrabbiata, quella che si giudica negativamente per non aver dato spazio all’amore nella sua vita, la invito a constatare come cuore-pancia-cervello siano ora collegate mentre in passato non riuscivano ad esserlo, e sottolineo che grazie a questo cambiamento il meglio debba ancora arrivare!

“Sto visualizzando tutte le parti in un abbraccio, si tengono per mano, unite.”

Riferisce a conclusione della seduta di sentirsi in pace, contenta, ottimista.

Ho riportato la descrizione di questa specifica seduta perché, a mio avviso, mette in evidenza in modo semplice ciò che può accadere nel lavoro con lo stato modificato di coscienza, come la persona riesca a portare in evidenza meccanismi profondi legati al suo funzionamento psicosomatico. Tali conoscenze emergono esclusivamente dalle capacità intuitive e associative della mente analogica, inconscia, nello stato di trance.

La persona ha accesso ad una dimensione creativa, dinamica, per cui è in grado di vedere il problema ma anche di operare verso la ricerca di una soluzione. Il lavoro si svolge come in un gioco, in modo piacevole, leggero.

La paziente si lascia guidare, riesce così a seguire la direzione che consente di rimettere in equilibrio i rapporti tra le parti del sé (o le funzioni) rappresentate simbolicamente da cuore-pancia-cervello e definiti in letteratura come “i tre cervelli”.

Si può notare inoltre come, a conclusione della seduta, lo stato emotivo della paziente sia completamente cambiato rispetto a quello manifestato all’inizio.

L’esempio non vuole indicare che la singola seduta sia sufficiente a portare una guarigione definitiva su un problema complesso, quanto evidenziare uno dei passaggi terapeutici all’interno di un percorso più lungo che prenda in considerazione i vari aspetti della sofferenza psicosomatica della persona.

Il caso viene pubblicato con il consenso e la supervisione del testo da parte della paziente.

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